Sesto

Diego, Cesare, Winter, il profugo

 

Qualche sirena molto in lontananza e Echoes dei Pink FLoyd

 

DIEGO
Ha la faccia verde, il sudore che gli cola…. Ha un groviglio di strade di sudore… Mio padre mi diceva: dovunque ci sono strade, linee da seguire, tu seguile… Lui disegnava vignette, tutta la vita non ha fatto altro…

WINTER
Dio, che facciamo adesso?

DIEGO
…. Il ragazzo smania, la sua amichetta gli piange quasi addosso, non è riuscita a distoglierlo dall’ennesimo buco. Sì, che facciamo adesso? Ma è una storia vecchia, un dramma visto e rivisto. Ho cliccato su mille tossici. Ne guardi uno, li hai guardati tutti.
(…)
Lui è fatto di eroina, lei è fatta di lui, e tuttavia incapace di fronteggiare il male. Lui fragile, vittima fino al midollo, perduto e feroce…
Ma per Winter è tutto nuovo, per Winter questa è la vita.

WINTER
Sta’ calma… Ora lo accompagnamo in ospedale, va bene?

DIEGO
Sta accovacciato accanto ai due, sfiora i capelli della ragazza... Ascolta, osserva, e poi… Che cos’era quella, una carezza? Assomigliava a un accordo. E come potrei fotografarla? La carezza, la musica… Winter non può oppure non sa tirarsi indietro… Ma che accordo era, esattamente? quello con cui iniziava… quello con cui iniziava Life is a Lady?

 

Da Fantasmi, tavola n. 13, di Gianni De Luca, 1982

 

WINTER
Chiamo il centotredici.

DIEGO
Dobbiamo recuperare Cesare, invece. E restituire a Pippo i soldi dell’eroina… Ma ancora non sei stanco…?

WINTER
Di che?

DIEGO
Voglio tornare da Anna,Winter. Vedere come sta Silvia …
Mi guarda, non decifro…

WINTER
Andiamo, allora.

DIEGO
Mi sta sfidando, si direbbe. Perché stavolta mi asseconda subito… ? Sì, ha chiamato il centotredici, e quasi subito abbiamo lasciato i due, qualcuno prima o poi se li caricherà. Però, si volta indietro… Che faccia impossibile è la sua, mentre si volta indietro…
Ma forse lui sa quello che ancora non so io: che l’unica ragione per cui voglio tornare da Anna è Anna. Non è la salute di Silvia.

WINTER
Ce l’hai fai fatta a capirla?

DIEGO
Cosa? Tu piuttosto… L’hai capito che cos’hai rischiato? Sei un pazzo, un demente. Dove te ne vai, da solo, a caccia di squali???

WINTER
Anche tu rischiavi. E molto di più, non te lo ricordi? Quand’eri come me, più giovane di me. Le manifestazioni, i cortei… Ti stavano sullo stomaco tutte le ingiustizie.

DIEGO
Ma che ne sa? Ho sempre quella penosa sensazione che lui sia me, vent’anni fa. Quella penosa sensazione di essere in compagnia della mia giovinezza, e dunque mai solo, mai abbandonato dalla mia coscienza e dal mio cuore, ma nello stesso tempo per niente in pace, ossessionato da una musica, leggera, quasi un blues, Echoes?… Us and Them? Una musica per nulla invadente, quasi un rumore, quasi la vita, accidenti accidenti a lui….
E poi questa nostalgia di Anna che fa male come una ferita. Devo rivederla adesso, devo richiamarla, ma il cellulare si è scaricato, potrei usare quello di Winter, a proposito sei sicuro che poi quei due qualcuno se li caricherà? solo che proprio mi vergogno a chiederglielo, dovrei dargli troppe spiegazioni, ammettere troppe cose, e soprattutto che ha ragione, e allora subirmi quel sorrisetto, quel malizioso trionfo…. Va bene, tanto tra poco ci siamo. Forse è lì la mia salvezza, forse posso riabbracciarla, me ne darà il permesso, forse saremo di nuovo insieme, forse farò di nuovo clic, forse….

WINTER
Sei sicuro che quei due qualcuno se li caricherà? E il profugo? E come facciamo, senza l’eroina?

 

La città rimane alle nostre spalle. I nostri passi, e quel rombo che si allontana…
TOC TOC

 

DIEGO
Siamo tornati nello scantinato. Ma Pippo non c’è. E non sapremo mai come, Cesare è riuscito a rianimare il disgraziato senza bisogno di droghe, senza bisogno di parole.

PROFUGO
Lui me aiudado. Yo soy muy agradecido agli amici italiani.

DIEGO
Cesare: infinite risorse sepolte in lui. Che gli hai fatto? Dondola appena, senza espressione, fa un’ombra grande sul muro, alla luce bassa della lampada da campeggio. Ma adesso c’è qualcosa che non ho mai visto nei suoi occhi. Una lacrima? Allora è la notte dei miracoli. Ha ripensato a suo fratello, sicuro. Quel fratello che saltò per aria con la bomba di piazza Carpaccio. Quel fratello del quale non rimase quasi più nulla da recuperare. E’ da allora che Cesare non parla più. Forse in questi vent’anni ha sempre sognato di poter avere qualche pezzo da rimettere insieme, qualcuno da far tornare in sé. Vent’anni per studiare, vent’anni per esercitarsi…

E ora un blues…

Foto di Franco Grasso, 2000

 

DIEGO
Raggiungiamo Pippo all’Internet cafè: per restituirgli il denaro, per aggiornarlo sugli ultimi fatti, ma soprattutto per dirgliene quattro. Brutto stronzo, lo sai che cosa ha rischiato il mio amico per causa tua????

WINTER
Lascia perdere, gli premeva solo aiutare quel disgraziato.

DIEGO
….Oddio forse l’incubo sta per finire, tra poco rivedo Anna, tra poco prendo una boccata d’aria, tra poco ricomincio a fare clic…. Cesare succhia un frullato, la vita sta succhiando me…

WINTER
Già che siamo qui… Vado a controllare un attimo, OK…?

DIEGO
Diritto a un terminale, si ricollega con la chat. Clic clic. Muove le dita sulla tastiera come su un pianoforte. Clic, clic. Ma non esce musica, esce pietà, da quei tasti.
E finisce per scoprire proprio quello che non deve: che fine ha fatto Malato Terminale?

WINTER
…scomparso…

DIEGO
Che vuol dire?

WINTER
… l’ultimo contatto risale a un’ora fa…

DIEGO
Mi guarda come un cane: nessuno sa guardare come lui. Serissimo, ma insieme mite, sprigiona fitte dentro le mie tempie…

WINTER
Ti prego…

DIEGO
Cesare fa un rumore di lavandino. Invano la cannuccia perlustra nel bicchiere ormai vuoto…

WINTER
Ti prego.

DIEGO
… mormora soltanto. Ma deve sempre ancora rispondermi. “Esilio” da dove…?

 

E ancora il blues, che quasi fa male… Da dove viene???

 

WINTER
Via dell’Orso non è lontanissima… Saltiamo su un autobus e in un quarto d’ora ci siamo… E poi andiamo da Anna, come vuoi tu. Va bene?

DIEGO
Penso una bestemmia. Bofonchio un vaffanculo.
Va bene.

 

Cesare a diciassette anni si ubriaca di filosofie orientali

Diego ragazzo si domanda perché non ha imbracciato il mitra pure lui

Winter e i suoi amici “nel chiuso delle loro salette”

     

Acquerelli di Diego Romano, 2001.

   
   
Diego    Gino Manfredi
Winter    Stefano Onofri
Il profugo    Rafael Alvarez Taverner
Musiche originali    Blues for Echoes, Echoesthree
Allestimento e regia    Gian Berardino Carlucci