Di e con
Laura De Luca
 
con MILENA VUKOTIC e ARNALDO NINCHI
 
Coreografia: Walter Matteini,
IMPERFECT DANCERS Compagnia balletto 90

Danzatori: Ina Boreckx e Matteo Boldini
 
Musiche: ECHOESTHREE  

 
Video: Laura De Luca
 

 


Consulenza scientifica: Aldo Altamore e Andrea Bonchi
Dipartimento di Fisica E. Amaldi Università degli Studi Roma Tre
 
Regia: Giovanni Antonucci


Una produzione A.T.D.C

 
21 – 23 dicembre 2010


 
 

 

1. Ouverture video
Attraverso 2’ di filmato di carattere storico-scientifico, ripercorriamo la storia della cometa di Halley e delle sue periodiche apparizioni.
 

2. Prosa prima parte + video
Lo spunto iniziale è una specie di intervista impossibile che una giornalista (l’autrice stessa) realizza con la cometa (Milena Vukotic). Da principio la donna è piuttosto emozionata di poter interloquire con un vero corpo celeste, depositario di straordinarie storie e segreti, sia di carattere astronomico che religioso, astrologico, teologico etc. Forse citata nel Talmud, raffigurata da Giotto e confusa con la stella della Natività, raffigurata sull’arazzo di Bayeux, osservata da Keplero e spesso interpretata come presagio di sventure, la cometa è in realtà una creatura innocente, ignara, un po’ svampita e distratta.
Di conseguenza l’atmosfera è visionaria, l’incontro metafisico, i toni sono ironici, bizzarri, surreali.
Ma, strada facendo, si introduce nel dialogo un barbone di passaggio (Arnaldo Ninchi). Dopo l’iniziale disturbo alla conversazione arrecato dal terzo incomodo, piano piano la verità si fa strada. L’uomo crede di essere (o forse è)  un re Mago perdutosi lungo la strada, e pretende dalla cometa di essere ricondotto alla grotta della Natività. Informato dalla giornalista sul fatto di avere sbagliato completamente interlocutore, secolo e circostanza, l’uomo finisce per palesarsi gradatamente quale incarnazione dell’umanità smarrita a causa della perdita del sacro e del materialismo contemporanei, e ci offre l’occasione per un’imprevista autoanalisi circa il senso del nostro esistere sotto una volta celeste, incapaci di riconoscerne segni e indicazioni, di trovare una direzione ai nostri percorsi e di dare un senso alle nostre esistenze.
Un secondo filmato ci avvicina alle rappresentazioni che l’umanità ha dato attraverso l’arte, nel corso dei secoli, alla cometa, all’attesa dell’incontro soprannaturale con questo corpo celeste.
In un’inedita contaminazione fra arte e scienza, questo secondo video affianca così le rappresentazioni pittoriche della natività e le foto astronomiche di bolidi e comete. Su questo secondo filmato due danzatori - un uomo e una donna - accennano una breve ed essenziale coreografia a sottolineare la svolta drammatica della conversazione a tre: dal tono brillante della prima parte al tono più ponderato e riflessivo della seconda…
 
 
3. Prosa seconda parte + coreografia finale
La conversazione a tre riprende su riflessioni relative all'evocata fine del mondo, da sempre nei pensieri dell'uomo. Ma la svolta imprevista è data dalla cometa stessa, che a fronte del disorientamento della specie umana per l’affievolirsi di valori e di direzioni, rivela ai due interlocutori il suo sogno di poter diventare una donna, la sua nostalgia per la razza umana, restituendo così a loro e a noi la consapevolezza circa il nostro ruolo e il nostro destino nel creato.
Lo spettacolo si chiude con una coreografia finale nella quale i due danzatori celebrano il percorso dell’uomo sulla scia della sua stella, l’eterno peregrinare terrestre del re Barbone guidato dalla luce soprannaturale personificata.
 
 
La musica impiegata per la coreografia è stata costruita attorno a segnali sonori ricavati dai dati spettroscopici e fotometrici della luce stellare, a suggerire così le diverse “voci” di supernovae, pulsar, nane bianche, giganti rosse etc...