Mi è concesso uno specchio, talvolta. Ovvero: mi è concesso un attimo con me stessa, tra ragù e colpi di spazzolone, senza pudori. Lì, nel bagno mai troppo disinfettato, una ruga d’inchiostro, nel reticolo di insulsi anni mi impedisce di capire ancora esattamente chi sono. Una ruga è il confine di uno stato. Clandestini lo oltrepassano ogni istante, su instabili gommoni di rimpianti gli anni trascorsi nell’inconcludenza. Moriranno strada facendo quegli anni che non siano già morti.
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