Primo

Paralizzato e pure licenziato .
Qual è il colmo per un fotografo? Non riuscire più a fare clic.
Mi consolo a cena da Winter, ma travestito da duro.
Ancora faccio finta di niente, rimugino sugli anni di piombo.




Siamo saliti fino da Winter . Cinque piani a piedi e il fiato in gola, perché a 38 anni, soprattutto quando sali, ti accorgi che invece la vita ormai è in discesa.Cesare, io e Lei: la mia Fedele.
Nikon con telemetro accoppiato, 35 millimetri. 
Aspettiamo da anni entrambi l'occasione decisiva per fotografare l'attimo, quello vero. Ma il tempo stringe. Il male non mi concederà più scampi, più appelli.

 
....A piazza Carpaccio, tra i diecimila, c'eravamo anche noi due. Clic. Lei si accaniva col suo mirino sugli striscioni di Autonomia, di Movimento Studentesco, sui manganelli della polizia. Innocents raped with napalm fire, cantavano i King Crimson 
....Sulle risse, sul fumo dei lacrimogeni, sulle facciate decrepite. Clic. Clic.Poi, su quell'esplosione. Sul sangue per terra. Clic. Clic. E poi PAM PAM, il cuore. Il mio, il suo, il cuore di tutti i cuori, i nostri.
  Il cuore di Cesare, quando vide suo fratello saltare per aria. La bomba gli era esplosa a un palmo. Tragico errore, tragico destino. E io clic. E la Fedele a urlare a ogni piè sospinto: - Embhè non scatti, stronzo? Aveva una voce di ferraglia, una voce come Frank Zappa . Io scattavo, scattavo all'impazzata. Fossi ancora almeno così forte come vent'anni fa. Ogni clic era una scarica di mitra, mi ripagava del mio immobilismo codardo. Era quello il mio contributo da prima pagina.   

Scattavo per destabilizzare, per non avere avuto il coraggio di sparare e di mettere bombe, sparavo facendo clic... Ma, per quanto generoso, arrivavo sempre con secoli di ritardo sui bollori del sangue, sullo sdegno della ragione, su quanto gli occhi vedevano.
-Roba forte.... -dicevano Tito e gli altri, l'indomani, vedendo le stampe su Lotta Studentesca.
 
Tanto lo sapevo già allora d'essere in ritardo....  In ritardo anche sul dolore di Cesare, che da quel pomeriggio non parla più. Perché insieme alla bomba gli è scoppiato il cuore. "Afasico motorio da trauma", l'hanno bollato i medici. 

"...che da quel pomeriggio non parla più".
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Prima di tacere per sempre, Cesare ha lasciato un ultimo messaggio al mondo. Immaginatelo voi.

In ritardo per dirgli una buona parola. In ritardo per asciugare quella lacrima che non ho visto mai, ma che ho sempre sperato di vedere. Lunga, a segnargli una guancia.
Da vent'anni e per vent'anni ho fatto lo stesso, anzi non ho fatto altro: accumulare ritardi. Libano, Afghanistan, Albania. Girando il mondo a documentare ideali altrui. E vedendo fallire i miei. Cambogia, Bosnia, Azerbaijan, Colombia...
Ma per stasera sarò in anticipo. Diciannove e quarantacinque, e l'invito era per cena. Drin.
 



Winter viene ad aprire quasi subito. Vent'anni, saltapicchio con la voce sempre grattuggiata dal fumo. "Ciao". "Ciao, come va?" "Fuori tira un'aria...."
Non so quale trasmettitore neurale del suo cervello gli abbia ordinato di accompagnarsi a noi, che siamo quasi il doppio di lui. Per stazza e per età. Non so cosa ci trovi, in noi. Noi, due volte vent'anni. Due volte ragazzi: ragazzi al quadrato, eppure non ancora vecchi.
Ascolta i Pink Floyd, che erano roba nostra. Come ti permetti, che ne sai? perché non ti ciucci i Rem? sono stato sul punto di chiedergli un sacco di volte. Ma è un saltapicchio, e finisce che non gli chiedo niente.
Me lo gusto, quando è lui che chiede a me. Dei Pink Floyd, ma anche dei Deep Purple, di Santana, dei film di Stanley Kubrick, e del perché, nonostante le nostre battaglie di allora, il mondo sia rimasto tale e quale.
In genere mi sembra sempre di sapere cosa rispondergli. Poi scopro che, al fondo, lui sa comunque più cose di me. 
Ecco perché oggi vorrei tanto essere io a fargli domande. Una, per esempio: riuscirò a guarire?Come al solito, Cesare è scivolato lontano, sfiatando pesante, facendo una specie di barrito. La soffitta è piccola, ma lui riuscirà a non farsi scovare per un pezzo, esattamente come un elefante malato.
La tavola accanto è di Gianni De Luca [...]
 
-Preparo le salsicce.- annuncia Winter. Dilegua in cucina. E io resto solo, di qua, a sparare una inutile panoramica, a chiedermi se e quando ce la farò.
...Consolle video mezza smontata, un intreccio di cavi colorati. Dettaglio: barattolo di vitamine adoperato come portamatite. Altro dettaglio: manga giapponesi, Ufo robot e fumetti che neppure conosco. Fumetti "pieni di ideali", come dice lui. "Sai che La principessa Mononoke l'ho visto tre volte? Vallo a vedere pure tu, è un capolavoro...." Televisore e computer, ma è tutto spento. Internet, pure spenta. E la voglia di vivere, spentissima.
-Ma che hai? - si riaffaccia dalla cucina.
Riappare pure Cesare, pachidermico. Forse s'era nascosto in bagno.
-Niente, perché?
-Sembri strano.
Congratulazioni pupo.
-No, sono normalissimo.
Bugiardo. Solo ventiquattr'ore fa, nella redazione del grande quotidiano, il caposervizio, faccia da gesuita, mi dava il ferale annuncio:
-Ti passiamo in cronaca, contento? Torni a un tuo vecchio amore.
-Torno con le chiappe incollate a un tavolino! -lo correggevo- Vaffanculo. Dopo anni di missioni tra bombe e mortai, è questo il vostro grazie?....
 
  -Ti rompe non rischiare più le palle?
- Mi piacerebbe solo sapere il perché.
Schiumavo. A stento mi tenevo.
Innocents raped with napalm fire.
-Perché Checchi e Franceschelli, ecco il perché. Amici del vicedirettore, lo sai. Da domani viaggiano loro.
Schizoid Man
King Crimson

Zampa di gatto, artiglio d'acciaio
Neurochirughi che...
  Viaggiano loro. Cacchioni. Facce da Azione Cattolica. Entrati al giornale l'altro ieri, senza la minima esperienza, senza la minima idea di cosa significhi puntare e scattare. Viaggiano loro. Nemmeno se li sparassero sulla luna, sarebbero capaci di muovere il culo davvero.
-Non è solo per Checchi e Franceschelli. Non me la dici tutta.
-E va bene. E' per quel servizio che ti sei venduto alla concorrenza. Lo scoop sul dopoguerra nei Balcani doveva essere nostro. Al Direttore non sei piaciuto.
-In trasferta ci sono andato a spese mie. Via terra. A dorso di un'Honda 750.
-Aggiungi al conto la tua carriera.
-Giocata?
-Non metterla in questi termini....

Per vent'anni ho perseguito lo stesso fine di quando ero un pivello con gli ideali rivoluzionari: fermare la vita vera, intrappolarla nel mirino. Un secondo mi sarebbe bastato.

Ma ora, ora la vita ha fermato me.

-Ti giuro che sono normalissimo.
 

-Ti giuro che sono normalissimo.
Bugiardo, bugiardissimo. Uscivo dalla redazione con la spalla anchilosata, dopo avere chiesto un anno di aspettativa. Soltanto ieri sera.
Faceva un freddo cane, non lo avevo sentito neppure a Berlino, la notte del muro, neppure a Timisoara, in quel Natale di stecchi aguzzi.. E anche allora, quella voce di ferraglia a urlarmi di scattare. Ma la realtà non scorre su una moviola: arrivo sempre fuori tempo.
Come campo adesso? Torno alle foto di fine anno scolastico? Battesimi e matrimoni?....
"...arrivo sempre fuori tempo..."
DIBATTITO.
Comprendete l'angoscia del protagonista? Che cosa vuol dire "arrivare sempre fuori tempo"?
  Oggi, per la prima volta, la mia Fedele pesa. Fedele come un cane parlante; fedele come la mia coscienza. Per la prima volta pesano i suoi 35 millimetri e i miei 38 anni.
E se ancora non bastasse, la paralisi dell'indice destro .
Il protagonista della versione audio è  Claudio Capone [...]
 


Sono due anni che mi hai lasciata.
"Addio musetto di capriolo, addio stellina..."
Non m'importa, tanto il mondo è una sala d'aspetto.
Dappertutto.
oggetti smarriti, scarpe, valigie, biglietti usati, giornali....
Le persone non sono escluse:
Persone smarrite,
lasciate a metà strada, a un quarto,
o quando il discorso è appena incominciato.
Però fra te e me
il più smarrito sei tu.
Nikon in spalla,
il mondo arrotolato dentro il mirino
e il cuore
sempre al di qua dell'obbiettivo.
"Potrei ammalarmi.....Potrei ammalarmi......E allora?"
avevi il fiatone,
dal collo un ruscello di gocce.....
"Sempre a fare clic, un miliardo di clic....
Ma se si inceppa lei....
mi inceppo io pure, io pure..."
Povero amore mio.
Col cuore appeso a un pulsante
a una scocca di ferro.
 
Con l'occhio sgranato, sempre.
e solo la penombra

per abbracciarti.....


L'allestimento e la regia della versione audio sono di Gian Berardino  Carlucci....
Come campo adesso? Come campo? Torno alle foto di fine anno scolastico? Battesimi e matrimoni?...