Settimo

Diego, Cesare, Winter, il conducente, una donna

 

Il rombo della città. Il rombo del motore.

 

DIEGO
Lo abbiamo aspettato mezz’ora alla fermata di lungotevere Aventino. Dio che freddo. Sono un quarto di bue appena uscito da un congelatore.

WINTER
Che fortuna un autobus a quest’ora, eh?

 

Foto di Franco Grasso, 2000.

 

DIEGO
Dio che freddo. Mezz’ora fermi dentro la tramontana. Bisogna intendersi su “fortuna”. E’ un autobus deserto, come continua ad essere quasi deserta tutta la città, e i cuori; mentre le poche persone in giro sembrano destinate ad entrare in collisione soltanto con noi tre, a ostacolarmi la voglia di dimenticare, a provocare Winter e la sua pietà naturale….
Ma vedo adesso che laggiù… avanti, proprio accanto al conducente, c’è…

WINTER
(divertito)
EHI? E’ un bambino…?

DIEGO
Ci facciamo caso solo quando, fermandosi a un semaforo, l’uomo si volta…

CONDUCENTE
Sì, ciò ‘n problema. L’ho rimediato al capolinea… Stava solo. Ma nun parla, nun se capisce gnente….

WINTER
Ehi piccolino? Ti sei perso? Come ti chiami?

DIEGO
Winter lo aggancia con quella sua voce densa, si è accovacciato alla sua altezza: visti da quassù sembrano proprio uguali, due bambini uguali…

CONDUCENTE
Al capolinea me tocca chiamà la polizia, ma mo’ nun posso mica fermà… Je date ‘no sguardo voi?

DIEGO
Visetto a punta, piccolo animale di bosco. Lo fotografo? Anche Cesare si è chinato a metà…. Fa due facce strane da clown….

WINTER
Ti piace Dragon Ball? Io preferisco i Pokemon.

 

Musica. Una musica che racconti qualcosa. Qualcosa di importante.

 

DIEGO
Sì, Winter colleziona figurine, come un bambino. Quasi mi vergogno per lui. E di me, quando mi vergogno? Il piccolo sorride, non parla, scruta con diffidenza. Da quant’è che non sono un bambino anch’io? E dove ho messo le figurine mie?
Winter mette una mano in tasca, tira fuori un mazzetto. Fatto. Il piccolo è catturato, ma resta troppo serio. Un po’ come Winter, che non si libera mai di quella sua aria grave, esagerata in uno della sua età, esagerata perfino in uno della mia.
“No, non vo-glio tor-na-re a casa. Non ri-por-tar-mi a ca-sa”.
L’autobus continua la corsa. Pure la terra, pure i pianeti, pure l’universo. E Winter non baratterà mai la felicità con due figurine.
A fatica ricomponiamo i pezzi di questa piccola vita, mentre fuori dal finestrino corrono la Sinagoga, santo Spirito, il Palazzaccio… Dovevamo scendere adesso, via dell’Orso ci è passata sotto al naso. Non so se Winter se n’è accorto … Ma la piccola vita lo ha preso, quasi ha preso anche me. Quasi. Un bambino come quello di Tetovo, con quella granata confusa per giocattolo…. E io clic, maledetto clic.

 

Disegno di Roberto Colangeli, 2000.

 

WINTER
No, se non vuoi non ti ci porto, a casa, però dobbiamo avvertire i tuoi genitori… Saranno preoccupati, ci hai pensato?…

DIEGO
Pezzi di piccola vita qualunque ritagliata dai giornali… Mamma nevrastenica, papà sempre assente… Qualche palazzone di periferia e una strada punteggiata da lampioni a collo di cigno…

WINTER
E tu con chi giochi?

DIEGO
Va avanti per un po’. La serietà di Winter si incrina, diventa quasi disperazione. Leggo qualcosa nei suoi ricordi. Gli torna quella ruga sulla fronte… Un’altra linea. Un’altra strada. Forse un esilio… Che mi sta succedendo? Fossi davvero pronto per….?

 

Clic

 

DIEGO
Un clic metafisico, per fotografare l’anima? No, non può essere…. Leggo qualcosa nel suo passato, qualcosa che non ho mai saputo di lui, qualcosa che non potrò mai dire di sapere davvero. Amico mio.
“Come ti chiami?”
“Cristian”…..
Ora mi ricordo, una volta sono stato bambino anch’io e c’era un altro bambino con me, un altro me, che non è mai riuscito a diventare uomo, molto più giovane di me…. Che oggi sarebbe come Winter… Fratello mio.

 

La musica di Winter. Proprio la sua.

 

CONDUCENTE
Ecco, semo arivati, Qua dietro c’è er commissariato, lo portamo là, va bene?

DIEGO
Ma basta un attimo: appena scesi, e capite le nostre intenzioni, il piccolo schizza via. Salta su un altro autobus in partenza …

 

Passi di corsa, anzi a precipizio.

 

WINTER
Fermalo! FERMALO!!!

DIEGO
La faccia di Winter bianca di gesso. Terrore dell’autista, prova a far cenni al collega, troppo tardi, quell’altro è già partito. Risaliamo al volo sulla prima vettura, partiamo all’inseguimento: un autobus dietro un altro autobus, nella notte. Alla fine l’inseguito capisce, rallenta, si ferma…..

WINTER
Ferma! Ferma!!!

DIEGO
…Ma apre le porte e il bambino schizza giù: si mette a correre, svolta dietro un palazzo, passano alcuni secondi di troppo perché noi riusciamo a scendere a nostra volta e lanciarci di nuovo all’inseguimento…

WINTER
Corri, DAI!!! DAI!!!!!

DIEGO
Winter è disperato. Io ho il fiatone, le gambe anchilosate, un dolore al petto, vedo lui avanti a me a farmi quasi da faro e sento Cesare alle spalle, leggero come una rondine, e il conducente, pover’uomo, che arranca dietro a tutti…. Fino a quando? Fino a quando durerò? Corriamo tutti e quattro, oddio adesso ci rimango secco.

WINTER
Più presto! PIU’ PRESTO…

DIEGO
Winter avanti a tutti, sempre…. Ma appena girato un angolo, si blocca. Semiaccasciata, a terra …

WINTER
Che è successo?… Si sente male?

DIEGO
Piano, ansima. Una donna. No, non è ferita, non è drogata, è solo sconvolta.
Cesare è volato lontano, il conducente dietro a lui, io tiro il fiato, e Winter…

WINTER
…Qualcuno l’ha aggredita?

DIEGO
No, nessuno l’ha aggredita. Racconta a spezzoni, è una storia come un battello, su un piccolo fiume di lacrime…E’ incinta e ha discusso col suo uomo…..

DONNA
Porco. E’ solo un porco.

DIEGO
Noi uomini….sempre porci.

WINTER
... Si calmi. Si calmi adesso….

DIEGO
Le ha detto cose atroci… le ha detto…”puttana”. La solita cosa che un uomo dice a una donna. Ma non è tanto atroce, è solo squallida. Allora lei è fuggita, non ce l’ha fatta… Ma ora si sente male… Male….

DONNA
Devo abortire. A- bor- ti- re.

DIEGO
Winter mi lancia uno sguardo di disperazione totale: guarda verso il buio, poi di nuovo verso me. L’ho già capito, gli ho già letto dentro: continuare ad inseguire il bambino vivo o cercare di salvare quello ancora non nato?
Anna. Ci fosse almeno Anna. Una risposta ce l’avrebbe, forse…

 

Cesare a diciotto anni si ubriaca di impegno civile

Diego ripensa al suo fratellino scomparso (che oggi avrebbe esattamente l'età di Winter)

Winter e la sua ragazza, perfetti così

     

Acquerelli di Diego Romano, 2001.

   
   
Diego    Gino Manfredi
Winter    Stefano Onofri
Il conducente    Irio Ottavio Fantini
Una donna    Margherita Patti
Musiche originali    Blue, Echoesthree
Allestimento e regia    Gian Berardino Carlucci